18/04/2012

Intervista alla Prof.ssa Stefania Sabatini - Prorettore alla Didattica, Orientamento e Tutorato

Quali sono le politiche generali dell’ateneo in tema di orientamento e accompagnamento al lavoro?
Fin dalla sua istituzione , nel 1998, l’Università degli Studi di Roma “Foro Italico” ha posto grande attenzione alle problematiche ed alle attività relative all’orientamento e all’inserimento lavorativo.
Il passaggio radicale da un percorso formativo rivolto prevalentemente alla formazione di insegnanti di educazione fisica in ambito  scolastico, qual era quello dell’ISEF, ad una formazione incentrata sulle discipline afferenti al settore delle scienze motorie, dello sport e del benessere,  ha prepotentemente posto in risalto la centralità dei temi legati all’orientamento nelle sue fasi più sensibili: in entrata ed in uscita, quando più determinanti si rivelano le scelte fatte dagli studenti delle superiori prima e dai laureandi poi.
Focalizzandoci sull’attività svolta per l’accompagnamento al lavoro, possiamo mettere in risalto le seguenti azioni:
  • inserimento di tirocini curriculari rivolti ad orientare lo studente  durante il suo percorso formativo verso il mondo del lavoro, processo che è stato possibile grazie alla riforma dei corso di studio;
  • strutturazione del Settore Tirocini e Job Placement, grazie alla partecipazione, nel 2001, al Progetto CampusOne, promosso dalla CRUI. Il Servizio di Ateneo è a disposizione di studenti, laureati e aziende per favorire l'incontro fra domanda e offerta di lavoro e per orientare le scelte e la formazione professionale nel particolare settore delle discipline sportive e delle attività motorie, attraverso i tirocini e gli stage post laurea. Il servizio svolge attività di monitoraggio del mercato del lavoro e offre alle società la possibilità di entrare in contatto con professionalità adeguatamente formate per l’inserimento nel mondo del lavoro;
  • adesione dell’ateneo nel 2007 ad AlmaLaurea, consorzio interuniversitario sostenuto dal MIUR, nato con l'intento di mettere in relazione aziende e laureati e di diventare punto di riferimento dall'interno della realtà universitaria per tutti coloro (studiosi, operatori, etc...) che affrontano a vario livello le tematiche degli studi universitari, dell'occupazione, della condizione giovanile;
  • adesione nel 2008 all’intesa SOUL (Sistema Orientamento Università Lavoro). L’intesa è costituita dagli otto atenei della Regione Lazio, raccogliendo quindi la quasi totalità di studenti e laureati del Lazio (189.400 iscritti ed oltre 25.400 laureati ogni anno pari al 14% di quelli nazionali). L’intesa opera in collaborazione con la Regione Lazio e la Provincia di Roma  per lo sviluppo delle attività di placement e orientamento al lavoro;
  • finanziamento nel 2010 all’ateneo dalla Regione Lazio, per l’attuazione del Progetto UNIFORPLACE. Il progetto è stato concepito per garantire migliori e più efficaci politiche per l’occupazione dei laureati dell’Università “Foro Italico”, soprattutto considerando l’unicità e specificità della propria offerta formativa. L’adeguamento e l’implementazione del Sistema SOUL, insieme al conseguente obiettivo di creare una Rete Regionale per il Placement, potrà contribuire a diffondere sul territorio, e soprattutto al mercato del lavoro specifico, le competenze professionali dei nostri laureati/laureandi e garantirne una migliore occupabilità. Altro obiettivo da perseguire consiste nel sviluppare azioni di orientamento finalizzate al placement, anche “in presenza” di operatori dedicati. Tale azione si pone come elemento di profonda innovazione rispetto alla realtà del mercato del lavoro afferente alle scienze motorie e allo sport, settore che evidenzia ancora un grado di maturità inferiore rispetto agli altri settori lavorativi. Infatti, le difficoltà di incontro fra domanda ed offerta di lavoro, nei settori legati alle competenze acquisite con la laurea e laurea magistrale nelle Scienze Motorie, sono dovute in parte ad una normativa sull’impiego degli operatori ancora tutta da definire, poichè carente o poco chiara è la legislazione organica riguardante l’organizzazione complessiva dei soggetti pubblici e privati di questo settore lavorativo.
Quali sono gli sbocchi lavorativi dei laureati nei corsi di laurea attivati dall’ateneo?
L’Università degli studi di Roma “Foro Italico” è l’unico ateneo in Italia, e il secondo in Europa, interamente dedicato alle scienze motorie, allo  sport ed al benessere.  L’ateneo ha attivato tutti i corsi di laurea presenti in questo settore: scienze motorie e sportive, attività motoria preventiva adattata, attività fisica e salute, management dello sport , scienza e tecnica dello sport.
Gli sbocchi lavorativi, quindi, sono da individuarsi nel settore dei servizi alla persona per l’educazione, lo sport, il benessere ed il tempo libero. L’elenco, non esaustivo, stilato considerando la classificazione ISTAT 2011 delle professioni potrebbe essere il seguente:
  • Istruttori di discipline sportive non agonistiche
  • Organizzatori di eventi e di strutture sportive
  • Osservatori sportivi
  • Allenatori e tecnici sportivi
  • Arbitri e giudici di gara
  • Tecnici del marketing
  • Agenti e rappresentanti di artisti ed atleti
  • Animatori turistici e professioni assimilate
  • Specialisti nell'educazione e nella formazione di soggetti diversamente abili
  • Imprenditori e responsabili di piccole aziende nel settore delle attività sportive, ricreative, di intrattenimento e divertimento
Quali sono gli esiti occupazionali dei laureati?
Secondo l’ultima indagine AlmaLaurea ad un anno dal conseguimento del titolo lavora il 77,9% degli intervistati (pari all’88,7% di tutti i laureati), il dato è nettamente superiore a quello medio delle altre facoltà e altri corsi di laurea in Scienze Motorie (68,1%). Nel 63,1% dei casi il lavoro è iniziato prima della laurea e ne rappresenta lo sbocco professionale naturale. Il settore di lavoro, prevalentemente privato, è quello dei servizi (sport, benessere e tempo libero). Poco diffuso il rapporto di lavoro stabile (20,7%), mentre nettamente più elevata la percentuale di part time (69%) e, purtroppo, anche la percentuale di lavoro senza contratto (19,8%).
L’efficacia della laurea nell’ambito del lavoro svolto è decisamente elevata, complessivamente il 90,4% degli intervistati ritiene molto (73,7%) o abbastanza efficace (16,7), il confronto con le altre facoltà di Scienze Motorie ci vede ancora vincenti, infatti l’efficacia rilevata è dell’82,8%, con una percentuale di “molto efficace” nettamente più bassa (61,3%). Infine il 67,2% (contro il 57,2% delle altre Facoltà di Scienze Motorie) dichiara che le competenze acquisite con la laurea hanno migliorato la propria condizione lavorativa.
 
Quali ostacoli sono presenti nel mercato per la compiuta affermazione delle figure professionali afferenti al settore delle Scienze Motorie e dello Sport?
Senz’altro il problema maggiore è rappresentato dal mancato riconoscimento delle figure professionali in relazione al titolo di studio. La legislazione vigente non tutela i professionisti che hanno frequentato un percorso formativo di livello universitario, consentendo a chiunque abbia un attestato rilasciato da una qualsiasi agenzia formativa di poter operare, a qualsiasi titolo ed a qualsiasi livello, nel nostro settore di riferimento. Questo determina una frammentazione e contrapposizione delle agenzie formative che va a scapito dell’intero sistema che sconta, nonostante l’ingente peso economico del settore, una scarsa maturità del mercato di riferimento nel riconoscere la qualità della formazione e nell’offrire un servizio di qualità degno di una società avanzata.
Tutto ciò si traduce con un danno per coloro che accedono ai servizi, che spesso non sanno quali  competenze professionali dovrebbe avere l’operatore che trovano ad erogare le attività motorie e un danno per il laureato in Scienze Motorie che avendo tali competenze, vittima di un mercato inflazionato, non riesce a farle valere.
 
Quali sono le istanze più pressanti che i laureati rivolgono al mercato del lavoro?
L’attuale momento di crisi profonda del mercato del lavoro e l’alto grado di incertezza economica ha avuto un forte impatto anche nel settore delle scienze motorie dello sport e del benessere.
I nostri laureati richiedono una maggiore considerazione della formazione acquisita per le ragioni espresse nella risposta precedente. A questa istanza è connesso l’aspetto economico del reddito in relazione alla tipologia professionale. Il riconoscimento delle professioni legate alla formazione universitaria, ridurrebbe l’inflazione di quegli operatori non adeguatamente formati che attualmente occupano il mercato degli operatori qualificati. Quando questo si realizzerà, o meglio quando l’utenza ne sarà consapevole, si vedrebbero migliorati anche i redditi dei professionisti del settore, attualmente lontani dagli standard europei e al di sotto anche della media dichiarata dai laureati di altri settori.
Un’ulteriore questione riguarda la stabilità del rapporto di lavoro, attualmente orientato sopratutto all’atipicità ed alla stagionalità. Questo problema è, tuttavia, di difficile soluzione, sia per la particolare organizzazione del sistema sportivo italiano, sia per il generale momento di incertezza che il nostro paese sta attraversando.

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